Tragedia a Portisco: barca a motore in collisione con una barca a vela e uccide lo skipper

portisco

Ieri sabato 29 maggio a circa mezzo miglio fuori da Portisco, nel Golfo di Cugnana, un fisherman americano di circa 12 metri, barca a motore potentemente motorizzata e dallo scafo particolarmente pesante, è entrata in collisone con una barca a vela di quasi 10 metri che stava veleggiando verso Portisco, dove, entrambe le barche avevano l’ormeggio.

Il fisherman, ha raggiunto a forte velocità il natante a vela che aveva a bordo due persone, Alberto Filosi di 69 anni e la moglie, Elena Rizzi anche lei di 69 anni, colpendolo al giardinetto di dritta e scaraventando in mare l’uomo che, una volta in mare, è stato dilaniato dalle eliche del motoscafo.

Sul posto sono giunte due motovedette della Capitaneria, una barca della Guardia Costiera e il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno avuto il compito di recuperare parti del corpo dell’uomo tranciate dalle eliche.

La Guardia Costiera ha ricondotto la moglie della vittima a Portisco dove l’attendeva un’ambulanza, la donna, sotto shock, è stata ricoverata in ospedale dove gli hanno riscontrato delle contusioni al torace, ma le sue condizioni non sono preoccupanti

A bordo della barca a motore c’erano 4 persone del bergamasco, tra questi il proprietario della barca, Luigi Zambaiti che passa diverso tempo nel Golfo di Cugnana dove ha anche una seconda casa. L’uomo, sembra abbia dichiarato di non aver visto l’imbarcazione sulla sua rotta, cosa piuttosto difficile dal momento in cui il Sea Fever 2 procedeva a vela e non notarla sarebbe stato difficile.

L’ipotesi in campo sulla dinamica dell’incidente sono diverse, tra le quali quella classica, la barca lanciata a velocità e affidata al pilota automatico mentre chi avrebbe dovuto vigilare, si distraeva in altre faccende.

La condotta di barche a motore come l’Argo 1 non è semplicissima. Queste barche, tipiche di oltreoceano dove vengono usate per la pesca sportiva al triano, e che poco sono adatte, con le loro carene studiate per l’oceano, all’onda mediterranea, navigano con il muso alto, limitando molto la visibilità a prua e richiedono un’attenzione costante.

Nella collisione l’Argo 1 è, come quasi sempre accade in questi casi, salito letteralmente sull’altra barca.

L’ironia della sorte ha voluto che entrambe le barche fossero ormeggiate sulla stessa banchina di Portisco a 4 posti di distanza l’una dall’altra e fossero usciti dal porto sardo a poca distanza di tempo.

La procura di Tempio di Pausania ha aperto un’indagine per omicidio colposo. Il primo atto della procura sarà accertare, tramite l’autopsia sul corpo di Filosi, se questo è stato ucciso sulla propria imbarcazione nell’urto con la barca o dalle eliche una volta caduto in mare.

Il problema delle barche a motore che provocano incidenti a volte mortali si ripresenta a ogni stagione estiva quando questi bestioni motorizzati con 600 – 700 hp, cominciano a scorrazzare per le coste italiane con spesso alla guida persone con poca conoscenza e poca esperienza del navigare.

Per quanto gli incidenti mortali siano molto pochi, quelli mancati, solo perché il velista, vittima designata di turno, reagisce in tempo e si leva dalla rotta di collisione, sono molti. La maggior parte di questi sono da attribuirsi alla brutta abitudine di affidare la condotta di queste barche al pilota automatico.