Fermo biologico per il riccio di mare

riccio di mare

Roma - Le capitanerie di Porto fanno sapere che da martedì 1° maggio sino al 30 di giugno “E' vietato pescare, detenere, trasbordare, sbarcare, trasportare e commercializzare il riccio di mare in qualunque stadio di crescita".

Il riccio di mare, ovvero l’Echinoidea, è a rischio estinzione, un po’ per la pesca indiscriminata esercitata sia dai privati sia dai pescatori professionisti e in parte per l’innalzamento della temperatura delle acque che sta mutando le condizioni ambientali che si rivelano non più adatte alla sopravvivenza di questi animali.

Per salvaguardare la specie la legge stabilisce il fermo biologico della pesca nel periodo della riproduzione, appunto da maggio a giugno. La legge stabilisce anche diversi limiti alla pesca durante tutto l’anno, tra questi quello di prelevare più di 50 esemplari per i pescatori non professionisti.

Per quello che riguarda il fermo biologico, bisogna fare attenzione perchè questo, in alcune regioni, può essere esteso.

Il mollusco è particolarmente ambito perché considerato una prelibatezza e in alcuni ristornati lo spaghetto con il sugo ai ricci di mare può costare anche cifre molto elevate. Questo fa sì che ci siano molti pescatori abusivi.

Nel 2015 la Capitaneria di Porto ha requisito 300.000 ricci appena pescati o già avviati alla ristorazione, l’anno dopo questi sono scesi a 160.000 il che fa pensare (sempre che l’azione della Guardia Costiera sia stata costante), che il fenomeno è in calo.