Quarantotto ore in mare attaccati alle zattere non d’altura

guardia costiera naufragio sardegna

Olbia – Si è conclusa felicemente l’avventura dei due pescatori, Renato Spano di Olbia e Alessandro Vitiello della Maddalena, che sono rimasti 48 ore in mare attaccati a due zattere di salvataggio del tipo non d’altura, ovvero, quelle che una volta si chiamavano atolli.

Gli uomini sono affondati con la loro barca in legno di 14 metri, con cui erano partiti da Porto Ercole, a causa dal brutto tempo che ha danneggiato alcune tavole del fasciame della carena provocando il repentino ingresso dell’acqua e un quasi immediato affondamento.

Fortunatamente i due uomini hanno avuto il tempo di liberare due zattere a cui sono rimasti attaccati con il corpo in acqua dal punto vita in giù per due giorni e due notti.

L’allarme era stato dato dalle famiglie che non li avevano visti rientrare.

Le ricerche, scattate subito dopo l’allarme, sono continuate con sei motovedette e un elicottero per tutto il tempo sino al ritrovamento dei due superstiti. Il primo naufrago ad essere individuato è stato Renato Spano che, prelevato in mare dall’elicottero di soccorso, al suo arrivo a terra è sembrato sorprendentemente tranquillo e sorridente. L’uomo è stato portato in ospedale per accertamenti anche se è stato dimesso dopo poche ore.

Meno bene è andata ad Alessandro Vitiello che, ritrovato poco dopo, quando è stato tratto in salvo era disidratato e in ipotermia. Al momento comunque l’uomo non è in pericolo di vita.

In pochi giorni questo è il secondo naufragio che vede coinvolti dei pescatori che passano più di 40 ore in acqua e ne escono in una sorprendente forma fisica, pochi giorni fa era toccato a Giovanni Amodio che anche lui rimasto in acque per giorni è stato recuperato con successo.